Chi siamo

Le Colonie dei Sindacati della Camera del Lavoro sono attive dal 1923, anno in cui venne organizzata la prima colonia estiva ad Astano. Successivamente venne organizzata la colonia a Rodi-Fiesso nel 1930 per 16 bambini. Dal 1931 al 1938 i soggiorni estivi di vacanza per bambini si svolsero a Varenzo. E’ durante questo periodo che venne ufficializzata la Colonia con l’approvazione dello Statuto della “Colonia di cura dei Sindacati” nel 1932. In seguito le colonie fecero ritorno a Rodi presso “Casa gialla” e “Casa rosa”, per poi assumere i contorni di un vero e proprio villaggio con l’edificazione di “Casa verde”, “Casa bianca” e infine di “Casina”, per un totale di ospiti che in alcuni anni ha superato le 400 unità.

Parallelamente è stata altresì assicurata l’organizzazione di soggiorni al mare a Rimini e a Igea, nonché le colonie per adolescenti a Landmark e a Uzwil fino al 1971, sostituite a partire dal 1985 dai Campi di vacanza per adolescenti. Le Colonie dei Sindacati sono oggi proprietarie di un nuovo edificio inaugurato nel 1993 a Rodi-Fiesso sul sedime nel quale un tempo sorgevano “Casa rosa”, “Casa bianca” e “Casa verde”.Attraverso l’organizzazione di soggiorni estivi, le Colonie dei Sindacati hanno voluto assicurare un servizio rivolto soprattutto ai figli degli organizzati garantendo inoltre, per mezzo di quella che fino alla metà degli anni ’70 è risultata l’opera sociale dominante nel settore delle vacanze estive, un ruolo ed una funzione sociale al movimento operaio a stretto contatto con la realtà.La Colonia non si è tuttavia limitata ad assicurare una presenza ed una funzione sociale. In un quadro in cui la tradizione educativa si basava essenzialmente sui concetti della conservazione (conservare il modello socio-economico, culturale e religioso dominante) e della riproduzione (riprodurre il modello dell’adulto, affermare sani principi e modelli di comportamento ritenuti validi per tutti) la nostra colonia, ai principi d’ordine assistenziale, ha integrato obiettivi educativi basati sulla solidarietà e sulla libertà.
L’impostazione pedagogica che ne è seguita è quindi sempre stata legata ai bisogni e alla cultura dei lavoratori ed ha appunto trovato le necessarie radici operative in questo retroterra socio-culturale, ciò che ha contribuito ad evitare di fare delle colonie uno strumento di conformismo e di alienazione. Inoltre, durante gli anni ’60 e seguenti, sullo slancio di una ricerca pedagogica attiva, la Colonia dei Sindacati si è positivamente caratterizzata come campo di sperimentazione di quelle che possono legittimamente essere considerate ancora oggi le inesplorate potenzialità educative contenute in questa originale formula associativa di vacanza estiva.La Colonia dei Sindacati si è quindi affermata nel tempo come vera e propria istituzione socio-educativa, assicurando a tutta l’utenza (quella organizzata e quella no) una funzione:• sociale, in quanto il Sindacato per mezzo della colonia ha marcato una presenza sociale rivolta a tutti, eliminando quel confine che separava la vacanza dei bambini meno abbienti dalla vacanza degli altri;• educativa, in quanto il Sindacato si è fatto portatore di principi, obiettivi e di una strategia pedagogica orientata ad offrire ai ragazzi i mezzi per un’evoluzione libera e autonoma della personalità.Oggi propone un’organizzazione collettiva nella quale il ragazzo può prepararsi alla vita sociale attraverso la partecipazione diretta nel gruppo, nel grande gruppo e nella colonia in un quadro socio-comunitario che postula forme di vita cooperativa.Le nostre colonie sono sempre state un vero modello di colonia.

Sempre organizzate sulle tre settimane a partire dalla metà degli anni Sessanta, hanno avuto picchi di oltre 500 aderenti per turno a Rodi e di oltre un centinaio a Igea. Una marea di ragazze e ragazzi che hanno conosciuto un ambiente educativo di crescita al passo coi tempi, da sempre. Gli staff educativi che si sono succeduti a Rodi e a Igea, e che oggi ringrazio nel modo più assoluto, hanno permesso alle nostre Colonie di essere all’avanguardia sul piano gestionale dei gruppi e sulle proposte pedagogiche e didattiche. L’innovazione, ponderata con la sicurezza e il rispetto delle individualità, ha fatto da traino a tutta una serie di conquiste che ci hanno sempre proiettato davanti alle altre colonie.Purtroppo, a partire dagli anni 90, abbiamo dovuto confrontarci con altre realtà: in primis la crescita esponenziale delle offerte di vacanze estive, da quelle itineranti a quelle integrate, dagli esploratori alle colonie comunali e religiose, da quelle di soli quindici giorni per finire all’oggi con le colonie diurne. Se a ciò aggiungiamo la crisi economica che ha colpito le famiglie, i conti sono presto fatti. E’ stato un continuo calare di iscrizioni che ci hanno costretto a ridimensionare i turni a soli 15 giorni e a convivere con numeri molto ridotti, una settantina per turno, di ospiti. Un calo che ci ha numericamente colpito, ma non sul piano dell’offerta pedagogica e didattica.