Chi siamo
Le Colonie dei Sindacati della Camera del Lavoro sono attive dal 1923, anno in cui venne organizzata la prima colonia estiva ad Astano. Successivamente venne organizzata la colonia a Rodi-Fiesso nel 1930 per 16 bambini. Dal 1931 al 1938 i soggiorni estivi di vacanza per bambini si svolsero a Varenzo. E’ durante questo periodo che venne ufficializzata la Colonia con l’approvazione dello Statuto della “Colonia di cura dei Sindacati” nel 1932. In seguito le colonie fecero ritorno a Rodi presso “Casa gialla” e “Casa rosa”, per poi assumere i contorni di un vero e proprio villaggio con l’edificazione di “Casa verde”, “Casa bianca” e infine di “Casina”, per un totale di ospiti che in alcuni anni ha superato le 400 unità.
Sempre organizzate sulle tre settimane a partire dalla metà degli anni Sessanta, hanno avuto picchi di oltre 500 aderenti per turno a Rodi e di oltre un centinaio a Igea. Una marea di ragazze e ragazzi che hanno conosciuto un ambiente educativo di crescita al passo coi tempi, da sempre. Gli staff educativi che si sono succeduti a Rodi e a Igea, e che oggi ringrazio nel modo più assoluto, hanno permesso alle nostre Colonie di essere all’avanguardia sul piano gestionale dei gruppi e sulle proposte pedagogiche e didattiche. L’innovazione, ponderata con la sicurezza e il rispetto delle individualità, ha fatto da traino a tutta una serie di conquiste che ci hanno sempre proiettato davanti alle altre colonie.Purtroppo, a partire dagli anni 90, abbiamo dovuto confrontarci con altre realtà: in primis la crescita esponenziale delle offerte di vacanze estive, da quelle itineranti a quelle integrate, dagli esploratori alle colonie comunali e religiose, da quelle di soli quindici giorni per finire all’oggi con le colonie diurne. Se a ciò aggiungiamo la crisi economica che ha colpito le famiglie, i conti sono presto fatti. E’ stato un continuo calare di iscrizioni che ci hanno costretto a ridimensionare i turni a soli 15 giorni e a convivere con numeri molto ridotti, una settantina per turno, di ospiti. Un calo che ci ha numericamente colpito, ma non sul piano dell’offerta pedagogica e didattica.